Gli amanti della serie rimarranno letteralmente estasiati da cosa Id software è riuscita a fare con Doom Eternal, che setta nuovi standard per il genere pur rimanendo ancorato con forza all’impostazione vecchia scuola.
Doom Eternal recensione
Al di là di ciò, è veramente difficile trovare qualcosa fuori posto a Doom Eternal, che fortifica ed evolve il concept del reboot estremizzandone la frenesia, la tecnica, la precisione dei comandi richiesta e la qualità globale, inserendo meccaniche che spingono il giocatore alla pura esaltazione dei sensi. In un tripudio di esplosioni, massacri spietati, oscene orge di frattaglie e sangue, e un continuo carnaio di demoni capace di far impallidire i concetti stessi di morte e genocidio, Doom Eternal diventa il nuovo termine di paragone per gli FPS con impostazione old school. A tal proposito, la maggiore velocità di movimento del Doom Slayer e dei nemici, assieme alla possibilità di eseguire un doppio scatto, amplia notevolmente la mobilità globale, finalizzata a manovre il più possibile rapide e con ristretti margini di errore.
A scanso di equivoci, Doom Eternal non è solo uno sparatutto caciarone in cui bisogna solo badare a sparare a tutto ciò che si muove sullo schermo; così facendo, avreste davvero poche possibilità di sopravvivere alle orde di demoni. Al contrario, Doom Eternal si dimostra ancora più tecnico del precedente, soprattutto grazie all’introduzione di alcune meccaniche che obbligano il giocatore a valutare con attenzione come e quando usare le abilità e l’arsenale a disposizione. Oltre alle uccisioni epiche e all’uso della motosega, rispettivamente fondamentali per recuperare la salute e le munizioni, è adesso possibile incendiare i nemici col getto di fuoco, così da ottenere ricariche parziali per l’armatura. Il pugno di sangue è invece un violentissimo attacco a corto raggio in grado di spappolare letteralmente alcuni nemici, mentre il gancio da macellaio di cui è stata dotata la doppietta serve per ridurre istantaneamente le distanze tra il Doom Slayer e l’avversario.
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Mescolate tutti questi nuovi ingredienti e aggiungete le funzionalità delle armi, i moveset e gli attacchi diversificati dei nemici, la densità folle delle arene, una maggiore verticalità degli spostamenti e del raggio d’azione, e avrete una chiara idea di quanto Id Software abbia riempito di steroidi la sua creatura. Ma non basta, perché la tronfia ipertrofia del gameplay prevede che ogni arma abbia due moduli intercambiabili, dei potenziamenti extra che ne cambiano le funzionalità, le rune che indirizzano con più precisione lo stile di gioco, e delle abilità passive che possono ulteriormente velocizzare le uccisioni epiche e la ricarica di armi, granate e scatto.